Cardinale Kim Sou-Hwan

ll Cardinale Kim Sou-hwan nacque l’8 maggio 1922 a Daegu in Corea in una devota famiglia cattolica. Suo nonno subì il martirio per fame in carcere a motivo della fede, mentre i genitori – il padre Kim Young-seok (Giuseppe) e la madre Seo Jung-ha (Martina) − trasmisero ai figli la fede, coltivando la speranza che uno di loro potesse consacrarsi a Dio. Kim Sou-hwan e suo fratello, Dong-hwan, grazie ai sacrifici della madre poterono così dedicarsi agli studi e diventare preti. Nel 1944, Kim Sou-hwan, ormai prossimo al diploma, fu forzatamente arruolato come studente-soldato dal governo imperiale giapponese. Dopo la fine della guerra, Kim Sou-hwan tornò agli studi e all’inizio del 1947 fu trasferito a quello che è l’attuale Collegio Teologico dell'Università Cattolica di Corea. Il 15 settembre 1951, a Daegu, fu ordinato sacerdote nella Chiesa Cattedrale di Gyesan-dong. 

Padre Kim Sou-hwan iniziò il suo primo ministero pastorale come parroco ad Andong e, nell'aprile del 1953, divenne segretario del Vescovo diocesano di Daegu, Monsignor John Baptist Choi Deok-hong. Nel luglio 1956, andò a studiare all'Università di Münster, in Germania, dove si specializzò in teologia e sociologia. Nel 1964, tornò in Corea e fu nominato presidente del Catholic Times nel giugno dello stesso anno. Il 15 febbraio 1966, Padre Kim Sou-hwan, a soli 44 anni, fu consacrato Vescovo, il primo Vescovo diocesano della Diocesi di Masan: il suo motto pastorale fu "per te e per molti" (pro vobis et pro multis.)

Come primo vescovo diocesano, Monsignor Kim Sou-hwan cercò di formare la sua Diocesi in base allo spirito di rinnovamento della Chiesa proposto dal Concilio Vaticano II, divenendo anche Vice Presidente della Conferenza Episcopale Cattolica della Corea e Vice Rappresentante coreano per il Sinodo dei Vescovi. Nell'aprile 1968, fu nominato dodicesimo Arcivescovo dell'Arcidiocesi di Seoul. Il 28 marzo dell’anno successivo, l'Arcivescovo Kim Sou-hwan, a 47 anni, fu nominato Cardinale da San Paolo VI, con il titolo di San Felice da Cantalice a Centocelle. Il Cardinale Kim Sou-hwan servì come Vescovo diocesano per l'Arcidiocesi di Seoul per i successivi trent'anni e fu Presidente della Conferenza Episcopale della Corea, oltre a essere Amministratore Apostolico per la Diocesi di Pyongyang a partire dal 1° giugno 1975. 

Anche a Seoul, il Cardinale Kim Sou-hwan enunciò i principi del rinnovamento e della partecipazione della Chiesa alla realtà del suo tempo secondo lo spirito del Concilio Vaticano II. Divenne un sostenitore dei diritti umani, esprimendo profondo interesse nei confronti dei poveri e degli oppressi e operò in favore delle missioni oltreoceano e del popolo nordcoreano, promuovendo gli scambi tra le Chiese del Sud e della Corea del Nord. Gli venne assegnato l'incarico di migliorare lo stato della Chiesa cattolica in Corea nel corso del 44° Congresso Eucaristico Internazionale nel 1989.

Nel 1997, al compimento del settantacinquesimo anno di età, il Cardinale Kim Sou-hwan presentò le dimissioni da Vescovo diocesano, ma la sua richiesta non venne accettata. Rinnovò le dimissioni e San Giovanni Paolo II le accettò il 29 maggio 1998. Quando Kim Sou-hwan venne nominato Vescovo di Seoul, i credenti ammontavano a 140.000, distribuiti tra le quarantotto parrocchie di cui si componeva l'Arcidiocesi. Quando lasciò l’Arcidiocesi, il numero di credenti era di 1.210.000 per 197 parrocchie, mentre il numero di sacerdoti era salito a 590.

La dottrina sociale del Cardinale Kim Sou-hwan era finalizzata alla ricerca del bene comune, fondato su una ferma valorizzazione della dignità umana: nel suo pensiero tutte le strutture sociali e le forme della politica dovevano muoversi verso il bene comune, sottolineando che la Chiesa avrebbe dovuto rifiutarsi di scendere a compromessi con l'ingiustizia. Il Cardinale cercò di ripristinare i diritti umani di coloro che erano stati politicamente oppressi sotto il regime degli anni '70 e di aiutare il movimento di democratizzazione degli anni '80. 

Il Cardinale Kim Sou-hwan fu sempre un amico dei poveri e degli emarginati. Uomo di buon cuore, incontrò persone disabili e prigionieri e visitò i poveri che avevano perso la casa, battendosi anche per i diritti e gli interessi degli agricoltori e dei lavoratori. Era particolarmente preoccupato di ciò che la Chiesa cattolica poteva fare per i poveri e fondò un Comitato Pastorale a loro dedicato cosa che provocò nei successivi tre decenni l’aumento di strutture in loro favore. 

Una volta ritiratosi dal governo pastorale, il cardinale Kim Sou-hwan visitò i detenuti nel braccio della morte e celebrò la messa al centro di detenzione di Seoul a Uiwang-si. Nell'aprile 2005, dopo la morte di san Giovanni Paolo II, non poté più votare in Conclave a causa di limiti di età, ma poté concelebrare con altri due confratelli alla messa d’inizio pontificato di Benedetto XVI. 

Morì nel pomeriggio del 16 febbraio 2009, al St. Mary's Hospital di Seoul, pianto dalla Chiesa e dalle altre confessioni religiose coreane: le cifre ufficiali parlarono di 387.000 persone che gli resero omaggio al funerale, quando i fedeli in lutto che visitarono la Cattedrale di Myeongdong formarono una processione lunga oltre tre chilometri. Il suo corpo fu sepolto nel cimitero dei preti cattolici nella città di Yongin e la sua tomba è visitata da centinaia di persone ogni giorno. Sulla lapide, il motto pastorale del Cardinale Kim Sou-hwan è stato scolpito in coreano e in latino. Sul suo epitaffio è stata scritta una frase tratta dal Salmo 23: "Il Signore è il mio pastore, non c'è nulla che mi manchi".