ALETEIA: Papa Francesco ha bisogno di te per aiutare le Chiese più colpite dal Covid-19

 

Intervista con l’Arcivescovo Giampietro Dal Toso, Presidente delle Pontificie Opere Missionarie (POM)

 

Le statistiche non lo dicono, per mancanza di tamponi, ma il virus Covid-19 sta seminando malattia e morte anche nei paesi dell’Africa, Asia, e America Latina, cui si dà poca attenzione. 

In molti di questi paesi, la missione caritativa, educativa, e spirituale della Chiesa cattolica ha subito un durissimo colpo. Non solo, il lockdown impedisce la raccolta delle donazioni che fanno possibile quest’opera indispensabile.

Per rispondere concretamente ai drammatici bisogni delle chiese locali di questi continenti, Papa Francesco ha istituito un Fondo di emergenza presso le Pontificie Opere Missionarie (POM).

Le POM sono il canale ufficiale di sostegno del Santo Padre a più di 1.110 diocesi principalmente in Asia, Africa, Oceania e parte della regione amazzonica.

Della risposta dei cattolici del mondo a questa mobilizzazione di Papa Francesco dipenderà, in buona parte, l’efficacia dell’opera missionaria in quei paesi in questi momenti drammatici, spiega in questa intervista l’Arcivescovo Giampietro Dal Toso, Presidente delle POM.

–Perché Papa Francesco ha deciso di creare un Fondo di emergenza per il Covid-19? 

–Arcivescovo Giampietro Dal Toso: Credo che questa iniziativa si inserisca bene nello spirito del Pontificato e della persona di Papa Francesco, che peraltro si situa nel solco della lunga tradizione della Chiesa: non c’è stata occasione nella storia in cui la Chiesa, di fronte a gravi tragedie dell’umanità, si sia tirata indietro. Dove c’è l’uomo sofferente, lì la Chiesa è spiritualmente e materialmente presente, perché sa che nell’uomo sofferente è presente il Cristo sofferente. E vorrei sottolineare che non si tratta solo di dimostrare solidarietà umana: sono molto colpito dall’esempio di quei sacerdoti che, nei modi loro consentiti, hanno accompagnato, nel momento tanto delicato del trapasso, molte persone morte sole a motivo della pandemia. Peraltro anche l’offerta della propria sofferenza e della preghiera rientrano nell’opera di evangelizzazione: fin dai primordi per le Pontificie Opere Missionarie il contributo materiale era qualificato cristianamente dall’offerta di sé nella preghiera e nella sofferenza. Da tutto questo emerge come questa pandemia diventi una sfida per la Chiesa anche nella sua missione di annunciare il vangelo e di testimoniare la fede. Dunque la nostra iniziativa si colloca in questa grande tradizione della Chiesa: non potevamo tirarci indietro, sapendo peraltro che parecchi territori di missione, e cioè i paesi più poveri, avrebbero sofferto particolarmente, e non solo nell’immediato. 

–Perché ha deciso di farlo presso le Pontificie Opere Missionarie?

–Arcivescovo Giampietro Dal Toso: Le Pontificie Opere Missionarie sono nate nell’ ‘800, tre delle quattro in Francia, per sostenere l’attività missionaria della Chiesa. Nei secoli passati il grande lavoro di evangelizzazione nei nuovi continenti non sarebbe stato possibile senza il supporto materiale e spirituale delle Pontificie Opere Missionarie. Lascio solo pensare all’immenso sforzo fatto per costruire e gestire tanti seminari in territori di missione, che hanno reso possibile la fioritura di vocazioni sacerdotali; o all’aiuto dato perché le singole diocesi possano avere il necessario per vivere. Dunque anche adesso abbiamo pensato che la ricaduta della crisi sui territori di missione sarà particolarmente grave. E tutto ciò richiama la nostra responsabilità, meglio il nostro carisma, che è quello di sostenere le Chiese locali e le comunità religiose in quei territori. 

–Quali sono le prime risposte di sostegno che avete potuto ricevere?

–Arcivescovo Giampietro Dal Toso:  Ringrazio fin d’ora tutti coloro che hanno contribuito e stanno contribuendo al Fondo. Nello specifico, qualche direzione nazionale delle POM si è mossa immediatamente, una Conferenza episcopale ha reagito subito con un aiuto concreto, abbiamo ricevuto anche degli aiuti da singole persone o istituzioni. Però è ancora presto per avere delle idee chiare sulla quantità di denaro disponibile, anche perché in molti casi non è possibile realizzare collette in quanto non si possono celebrare sante messe con il popolo. 

–Quali sono i progetti che finanzierà questo fondo?

–Arcivescovo Giampietro Dal Toso:  Fin dall’inizio è stato chiaro che il fondo verrà impiegato in progetti conformi al carisma delle POM, e dunque progetti pastorali di supporto all’evangelizzazione e alle istituzioni della Chiesa. Un esempio: in molti casi i Vescovi non hanno più la possibilità di sostenere i loro sacerdoti e i loro seminaristi, che vivono spesso solo della colletta domenicale, ora impossibile per il lockdown. Siamo intervenuti anche per aiutare diocesi nel loro lavoro di immediato soccorso a favore di famiglie, bambini e anziani delle parrocchie e comunità presenti sul loro territorio, perché senza altre risorse. Molti di questi bambini ricevevano l’unico pasto della loro giornata in scuole, oggi chiuse per il covid19, già aiutate dalla Pontificia Opera della Santa Infanzia.     

–Ha ricevuto qualche testimonianza missionaria che l’abbia particolarmente colpito in questi giorni di pandemia?

–Arcivescovo Giampietro Dal Toso: Sono molto colpito dalla situazione nel Sudafrica, dove la Chiesa, e cioè diocesi, parrocchie, comunità religiose, laici, si sta prodigando per venire incontro alla crisi alimentare aumentata drammaticamente per il lockdown che la pandemia ha imposto. E’ una situazione gravissima della quale poco si parla. 

–Come può la persona che ci legge contribuire con questa iniziativa del Papa?

–Arcivescovo Giampietro Dal Toso: Nello spirito delle POM, direi che il primo contributo è la preghiera. Peraltro abbiamo visto in questi ultimi mesi un grande ricorso alla preghiera, perché sappiamo che ci sono realtà che ci superano e che solo nell’affidamento a Dio, che è Padre buono, possiamo affrontare: Lui è il Creatore, noi sue creature. Nello specifico abbiamo aperto un conto corrente per questa necessità presso lo IOR: VA31001000000040286004 in EURO e VA04001000000040286005 in DOLLARI USA. Entrambi i conti sono intestati a: Amministrazione pontificie opere missionarie.

Si può fare anche una donazione in linea tramite la direzione italiana delle Pontificie Opere Missionarie.

In questi due secoli di storia abbiamo potuto fare molto grazie al contributo della carità missionaria di molti: sono certo che anche in questa occasione questo contributo non ci mancherà. 

Per altre informazioni è possibile scrivere alla presidenza delle POM, presidente@ppoomm.va

                                                        

             Jesús Colina | Mag 11, 2020

            

 

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